sabato 11 agosto 2007
giovedì 9 agosto 2007
scusate il ritardo!!!
Massa Marittima, centro Carapax
Arrivo a Massa Marittima da Follonica abbastanza distrutto, dopo aver percorso una strada che gli automobilisti pensano sia un circuito di Formula1. Ovviamente un pò di salita che non guasta mai, ma per fortuna (una colta tanto) la deviazione per centro Carapax si trova prima dell'impegnativa ascesa che porta alla cittadina maremmana. Il caldo e soprattutto l'afa però sono a dei livelli allucinanti. E' un campo di lavoro differente dagli altri, il Carapax infatti lavora da anni per la salvaguardia delle tartarughe che vengono accolte, studiate per poi essere rimpatriate e reintrodotte in natura. Inoltre ospita anche una colonia di (stupende) cicogne bianche e alcuni asini della famosa razza Amiatina (a rischio di estinzione). I primi campi Ibo risalgono a metà anni '90. Purtroppo sia durante il precedente periodo di campo che ancora in questi giorni ci sono stati seri problemi con il Corpo Forestale dello Stato che è arrivato anche a perquisire i bungalows dove alloggiano i volontari per cercare un pretesto per costruire un'accusa senza fatti (ma di questo non mi stupisco più, vero pà?...e non entro nei dettagli che sarebbe troppo lungo). L'atmosfera del campo quindi risentiva anche di questo. Non era facile poi per i volontari stranieri (provenienti in questo caso dal Belgio, cui si aggiungevano tre italiani) resistere a temperature così alte, tanto che una di loro, particolarmente sensibili, a dovuto ricorrere anche a controlli sanitari. In questo caso i consigli sono i soliti: frutta, verdura e bere, bere e ancora bere. Nonostante questo e altri problemi legati soprattutto ai non facili rapporti personali con il responsabile del centro, i ragazzi del gruppo hanno tenuto, sono andato avanti formando un bel gruppo, lavorando duramente (disboscamento e pulizia aree verdi e nutrimento tartarughe), conoscendosi sempre meglio, qualcuno con la voglia anche di restare più del previsto. Grandi e stoici da vero! Li ho salutati venerdì 27 per dirigermi a Nomadelfia, per un nuovo campo che iniziava e nuove persone da conoscere.
Nomadelfia
Nonostante il clamoroso ritardo con cui mi presento (a Follonica avevo perso il treno per Grosseto) vengo accolto con un calore umano non comune dal nucleo familiare (gruppo di famiglie che, abitando divisi ma in abitazioni molto vicine, condividono la cucina, i pasti, gli spazi comuni, il lavoro nell'orto e momenti di incontro. Base della società dei Nomadelfi) che mi ospitava. Il campo di lavoro sarebbe iniziato solo la domenica successiva (29 luglio) ma io per quella data dovevo gia essere sopra Castelfiorentino. Quindi non posso raccontarvi dei numerosi volontari (ma allora che ci sei andato a fare? verrebbe da dire) presenti: 5 dal belgio, 4 dall'olanda, 2 dall'austria e 2 dall'italia. Vi dirò però della grande accoglienza dei nomadelfi, della loro comunità così inusuale, della democrazia diretta, del "non è mio, ma è nostro", della critica alla proprietà, della ricchezza delle relazioni personali, dell'importanza del rapporto con la terra e con i suoi frutti, della bellezza del posto, di Don Zeno sempre rievocato in molte conversazioni, di un non facile confronto col mondo esterno forse per paura, di un canale televisivo unico che passa film tagliati e programmi selezionati (.....), dell'obbiettivo di un'esperienza del genere. Di molte altre cose da approfondire ad averne il tempo. Una comunità comunque da conoscere anche a livello personale e con la quale confrontarsi.
Beh, per ora basta e alla prossima (vi promettio presto) per i racconti degli ultimi campi visitati!
alle 15:02 Pubblicato da viagorizia12_IBOItalia 2 commenti
mercoledì 25 luglio 2007
un sogno che riparte
Alla prossima
alle 16:32 Pubblicato da viagorizia12_IBOItalia 8 commenti
sabato 21 luglio 2007
Spice volunteers
Uè!
Da un internet-cafè in stile indiano, con le scritte sul computer in cinese (meno male che mi ricordo i link a memoria!) vi scrivo per aggiornarvi sui miei spostamenti e le miei visite ai campi.
alle 09:06 Pubblicato da viagorizia12_IBOItalia 4 commenti
martedì 17 luglio 2007
Non solo campo di lavoro!
Arieccomi! Da un punto internet dove il livello di sudore è sopra ogni limite consentito, vi scrivo un po' di fretta per farvi vivere i due giorni che ho passato a Sala, 8 km da Rieti, che fino al 28 luglio ospiterà uno dei tanti Campi di Lavoro e Solidarietà di IBO Italia.
La strada per arrivarci non è delle più agevoli, in alcuni tratti 10% di pendenza, soprattutto se fatte con le borse dietro e con il caldo di questi giorni. Piano piano però anche le peggiori salite si possono domare, è una sfida con se stessi, quasi una filosofia di vita. Cambia l'ordine di grandezza, non più i kilomeri. Si va avanti di cento metri in cento metri. Mi supera la macchina di Matteo Amati, responsabile del campo, che mi incita a suon di clacson. I tornanti si susseguono, mi levo il casco perchè il caldo è insopportabile. Non ce la farei però a salire se il paesaggio intorno a me non fosse così bello. Proprio in questo sta la differenza della bicicletta: il poter osservare pian piano il territorio intorno che cambia, sentirne gli odori, scoprirne i profumi, apprezzarne i colori. La fatica (tanta) è sempre ripagata dallo spettacolo naturale che il cilclista può vedere dall'alto, con la serenità di chi sa di esserselo conquistato con il suo impegno. Comunque, fortunatamente, in mio soccorso arrivano anche i protettori più insperati (giuro che il cartello non l'ho ritoccato, ma un trucco c'è...). Poi la strada inizia a spianare e gli ultimi due kilometri sono in falso piano. Arrivo a Sala, 800 metri circa sul livello del mare. Non un paesino o un villaggio, ma praticamente un gruppo di poche case. Fino al dopoguerra qui intorno vivevano circa 60 famiglie, poi, anno dopo anno, le persone hanno iniziato a trasferirsi in città e così, da allora, tutto è finito in abbandono. Cinque anni fa la Cooperativa Sociale Integrata "Consortium", già impegnata a Roma in progetti di agricoltura biologica con inserimento di minori con problemi giudiziari e disabili, in collaborazione con la Comunità di Capodarco, decise di impegnarsi affinchè queste terre tornassero a rifiorire. Memore delle esperienze di occupazioni agricole degli anni '70 e con tanta voglia ancora di cambiare il mondo, Matteo Amati, l'anima del progetto, pensò di impegnarsi in questo insieme a volontari provenienti da varie parti d'Europa. E' così che nel mese di luglio le quattro case di Sala si trasformano in una babele di lingue e culture, accomunate dall'entusiasmo e dalla voglia di stare insieme. Quest'anno il gruppo era meno numeroso rispetto a quello degli anni passati, ma non per questo meno attivo: Luca, studente all'Istituto Agrario di Roma; Matteo, trecce rasta ed erre moscia, pure lui romano; poi Martina dalla Baviera e un futuro ancora da decidere. Infine gli olandesi: Tomas, grande appassionato di ciclismo e smanioso di avere notizie sul Tour; Coby studentessa di Biologia e Wilma iscritta a Medicina a Rotterdam. Cuoca è Marisa che, con il marito Fabio, le figlie e il cane Jack, è una dei pochi abitanti del borgo. Il lunedì si inizia presto: sveglia alle 5:45, colazione 6:15, partenza per il lavoro alle 7:00! Qualcuno va al caseificio (costruito anche grazie al lavoro dei volontari degli scorsi anni) dove la cooperativa fa uno strepitoso formaggio di capra... e ovviamente anche latte e ricotta! Gli altri al cantiere, fra cazzuole, secchi e carriole, dove si lavora al restauro di un vecchio casale da adibire ad alloggi per persone con disabilità. I ragazzi poi nei prossimi giorni avranno modo di osservare e imparare a fare il formaggio, ma anche il pane e la pizza. Nei pomeriggi sono previsti incontri sui diritti umani, multiculturalismo, teatro d'avanguardia, cinema, visita di Rieti e dei monasteri francescani. La sera, invece, film e concerti, inaugurati lunedì da tre eccezionali musicisti con musiche irlandesi che si sposano a meraviglia con il luogo selvaggio e il cielo stellato. Insomma, un campo di lavoro, ma non solo questo, molto di più! Ora, qualche tappa di trasferimento e poi mi aspetta il Piemonte, esattamente Cortemilia!
A presto!
alle 15:54 Pubblicato da viagorizia12_IBOItalia 2 commenti
Finalmente la Sabi...na
Roma-Montelibretti-Rieti
L'uscita da Roma, che pensavo ardua, si è dimostrata invece una tranquilla passeggiata. Ormai mi ero abituato a tutto quel traffico e, vi giuro, che inizio a preferire gli ingorghi della capitale con guidatori socevoli e rassegnati rispetto ai tipici giovanotti tamarri di provincia che sfrecciano come dei pazzi con l'autoradio a tutto volume (ma chi di noi non lo ha mai fatto?). Dicevo una tranquilla passeggiata, resa problematica però da due eventi naturali. Primo, la mia sbadataggine (più naturale di quello!) che mi ha fatto dimenticare il documento nell'internet point da dove avevo scritto martedì scorso e che mi ha costretto a rifare mezza Roma per recuperarlo (grazie alla gentilezza della commessa).
Secondo, il caldo allucinante. Meno male che la solidarietà ciclista viene in mio aiuto. Un professore di educazione fisica (il mestiere più bello del mondo!) incontrato a un semaforo, mi accompagna, fianco fianco con la sua bici per una mezzoretta (facendomi già sognare, con i suoi racconti, nuovi itinerari lungo il Danubio) e indicandomi la strada migliore per continuare.
A metà della Salaria, invece, mi aspettava Luigi (amico di Rosa, uno dei riferimenti per il campo di Rieti) precario della ricerca (allora esistono veramente, non solo sui giornali!) presso l'Istituto
Sperimentale di Zootecnia che grazie a lui ho visitato fra bufale, chianine, frisone e tori piemontesi. Grande lettore del Manifesto e neo abbonato di Altreconomia (allora non sono solo al mondo!), il personaggio nella foto a fianco rappresenta una cellula dormiente della sinistra extraparlamentare nascosta in quel di Montelibretti. Cosa starà progettando nessuno lo sa, e nemmeno io sono riuscito a scoprirlo, ma in compenso ho avuto modo di apprezzare la sua cucina e la sua grande ospitalità.
Il giorno dopo, sabato 14, si riparte. Di nuovo sulla Salaria. Grazie alle preziose indicazioni di un autoctono, mi evito qualche kilometro di salita. Quando poi richiedo indicazioni a un camperista mi sento rispondere: "Ciao Amore, si, vai bene dritto per Rieti..." (Kiko! Solo ora capisco veramente Via Traversagna!) . Il clado è terribile e mi obbliga a continue soste per bere e per buttarmi acqua sulla testa. La crema protezione 10 inizia a non bastare e inizio a cambiare pelle come i serpenti. A un certo punto una moto mi suona e mi saluta. Penso: "Meno male, un po' di sostegno!". Poi il tipo accosta, si ferma e si toglie il casco. Carramba! E' il professore di educazione fisica! Mi starà mica seguendo in incognito? Che io ovviamente non riconosco subito. Mi incita e mi spiega come sarà il prossimo pezzo di strada: discesa, poi salita dura (sigh!), ma poi tutta discesa fino a Rieti (e vai!). E infatti è proprio così. Arrivo a Rieti con 40 gradi all'ombra. Cerco il B&B Ponte Romano, niente indicazioni, niente insegne, niente campanello. Alla fine lo trovo: una signora mezza impaurita (vedendomi nelle condizioni in cui sono arrivato, chi non lo sarebbe!) mi apre e mi fa entrare praticamente in casa sua. Mi butto sul letto (di camera mia) e mi sveglio due ore dopo con ancora la roba da ciclista addosso. Scopro poi una vista dal balcone meravigliosa, il fiume Velino pulitissimo che uno non ci crederebbe che passa in mezzo ad una città, la festa del sole e la sfilata dei rioni. A cena una pizza in solitario e un po' (tanta) nostalgia. Il giorno dopo mi aspetta lo spauracchio dell'ascesa a Sala: 8 km di salita! Quindi a letto presto e abbondante colazione. Un nuovo campo di lavoro mi aspetta!
P.S.: Prima di finire però, un pensiero a chi è già partito (Clara e Manu), a chi sta partendo (Miguel e gli altri volontari), a chi partirà (Sonia, Leti e gli altri volontari), a chi si sbatte a costo di sacrificare ore di sonno, ferie e quant'altro, facendolo sempre con un'energia e un entusiamo unico (Ale), a chi direttamente sul posto manda avanti tutto con una forza, una volontà che solo pochi hanno (Elena e Giuseppe), a chi forse mi sono scordato. A tutti coloro insomma che animeranno e riempiranno di gioia insieme ai bambini le strade di Panciu (Vrancea, Romania) un abbraccio con tutto il cuore e una dedica speciale:
Ionel, Ionelule Nu mai bea baiatuleIonel, Ionelule fiindca te rad fetele...hei
"Che siete la promessa che un domani è possibile!"
alle 10:17 Pubblicato da viagorizia12_IBOItalia 2 commenti
venerdì 13 luglio 2007
Arrivederci Roma...
L'Associazione Casa S.Anna, in vista di partire con i lavori di ristrutturazione del complesso “Casa S.Anna” (per l'appunto!), che sarà adibito a centro d'accoglienza per donne, gestisce due case, Casa S.Giovanni e Casa S.Giuseppe, all'interno della tenuta Vaselli, fra la Casilina e la Prenestina, appena fuori Torre Angela. Una borgata (praticamente una città) alle porte di Roma, con gli enormi problemi comuni alle periferie delle grandi metropoli aggravati (ne sono comunque una delle cause) dalla forte presenza, soprattutto tra i giovani, dell'estrema destra. Don Vittorio è stato parroco per nove anni di questa enorme parrocchia, poi ha iniziato a dare noia a qualcuno, e le gerarchie hanno visto bene di assegnarlo a un quartiere fantasma, Mezzocammino. A Mezzocammino ci sono strade e parcheggi, stanno costruendo palazzi, laghetti, parchi, un centro commerciale (non è previsto nessun negozio staccato, addio al mitico "baretto"), è stato pensato per ospitare migliaia di persone (con un certo reddito) ma ora non ci vive praticamente nessuno. La chiesa è un prefabbricato e prima non c'era nemmeno quello: quindi fino ad aprile messa sul marciapiede!
A Casa S. Giovanni ho ripescato il mio polacco... infatti la maggior parte dei lavori sono affidati a Giuseppe (Josef, od Polska) che vive lì con la sua famiglia (moglie, tre figli e un nipote) ormai da 15 anni. In tutti questi anni sono stato il primo italiano che hanno sentito parlare la loro lingua! Erano esterefatti. Poi a dare una mano a Don Vittorio ci sono i ragazzi cresciuti in parrocchia con lui: Bruno, Dario, Luigi, Christian e Davide (detto 'er molazza). “Pischelli de borgata” si direbbe, ma già grandi per la loro età. E ancora: Massimo, Vincenzo, le signore che si alternano alla cucina. Un vai e vieni di gente. Il lavoro: svuotare cantine in centro (un delirio di traffico per arrivare!), ore e ore a segare la legna per l'inverno, pulizie varie, due chiacchiere, un caffè e la giornata va via veloce. Davvero un gran posto, che resiste senza volersi legare a niente e a nessuno di più grande, ma che cerca di unire le forze con tante piccole realtà. Un esempio per tanti.
Ora mi aspetta il viaggio per Rieti: due giorni per andare a visitare il campo che organizziamo in collaborazione con la Cooperativa Consortium e la Comunità di Capodarco di Roma.
Le gambe iniziano a pesare e la strada sarà in salita. Ma il vento oggi sembra buono.
Un salutone a tutti, a chi commenta e anche a chi mi scrive via mail!
Alla prossima.
P.S.: Un augurio di cuore a Marco che oggi si laurea. Lui direbbe che non c'è niente da festeggiare, ma non è vero. Festeggiamo questi anni fantastici dove il nostro si è dato tanto, forse non nello studio, ma sicuramente per gli altri! Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto scoprire il Paci e la sua gente. Daje Marchino (come si direbbe a Roma) che, chissà quando, l'ostello ci aspetta!
alle 12:03 Pubblicato da viagorizia12_IBOItalia 2 commenti
mercoledì 11 luglio 2007
...un so' cosè, ma è bellissimo!
Arrivo sabato sera (sollecitato da qualcuno), giusto in tempo per gustarmi una braciata organizzata per festeggiare la bimba di Irm, responsabile del campo insieme al fratello Sandro (anima della Cooperativa). Conosco subito i volontari: Veronika e Denisa dalla Slovacchia, un po' (solo un po'?!?) timidine e non completamente inserite nello spirito del campo. Roma attrae per tanti motivi... Lada e Petra dalla Repubblica Ceca, Ninke dall'Olanda che ha fatto conoscere il mitico gioco di carte, Il Presidente (meglio conosciuto come pass-pass-pass) che tiene svegli i volontari fino a tarda notte fra una bottiglia di birra e l'altra. Klaus (professore di economia alle superiori) e Udo dall'Austria, una delle persone più incredibili mai incontrate ai campi. Questo è il suo diciassettesimo campo (avete capito bene, 17!) di cui molti in Italia, fra Vicomero, S.Giorgio di Piano, Rieti e Finale Emilia per dire solo quelli di cui mi ricordo. Udo è di una simpatia travolgente, soprattutto quando parla italiano, pensate che ha vissuto per circa due mesi nel rione Sanità dei quartieri Spagnoli a Napoli senza problemi (un austriaco!!!), anzi! Ne conserva un ricordo bellissimo! Volontario come pochi, sempre pronto ad adattarsi in ogni situazione, sarà anche al campo di Libolla a fine Agosto e il prossimo anno vorrebbe andare in Sicilia. Poi gli italiani: Annalisa, milaneeese e un certo Kiko, che mi pare di aver già conosciuto da qualche parte... grande cuore e immensa generosità, diventato il cocco della Signora Irene e della Signora Elena, persone magnifiche e nonne eccezionali (ma andrebbe bene anche solo dire nonne!) che seguono e si affezionano ai volontari come fossero loro nipoti.
Domenica, 9 ore di giro per Roma: bellissimo! Ci siamo comportati da veri turisti della domenica (appunto!) ignoranti, senza guida o la minima conoscenza di quello che stavamo vedendo e visitando, la capitale ci è apparsa come un enorme paese dei balocchi, dove abbiamo ritrovato i posti tante volte letti sui giornali o visti alla televisione. Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e soprattutto il "nostro" giro politico: Montecitorio, a fare le interviste a mo' di Iene; salire al Quirinale a dare o chiedere le dimissioni; Palazzo Chigi, Palazzo Madama, Via dell'Umiltà (eppure questo nome non mi è nuovo, vedi foto con le corna, che non è un'offesa, ma è il segno di saluto dei giovani azzurri); la sede del Manifesto (vi giuro che ho provato a suonare) e poi, come dei novelli Ficarra e Picone alla ricerca del nostro "Gualter Gueltroni", la mitica Via delle Botteghe Oscure. Come dice l'amico del protagonista di Ovosodo: "We are communist, but democratic. You know PDS?"... Vabbè, ora non c'è nemmeno più quello. E lo sconvolgente accorgersi che Via Caetani (9 maggio 1978) è proprio lì davanti. Poi ritorno ai monumenti: Corso Traiano (ci siamo persi... forse siamo nel Monopoli, era fra le carte gialle, no?), il Colosseo, Via dei Fori Imperiali e la mitica frase di Kiko che esemplifica la giornata "Oh, Giaco! Un so' cos'è, ma è bellismo"... e ancora non abbiamo capito cos'era...
La prossima tappa sarà l'associazione Casa S. Anna che gestisce varie strutture che offrono prima accoglienza a persone disagiate. Intanto però vediamo se la bicicletta è sempre qui fuori!
alla prossima!
alle 10:26 Pubblicato da viagorizia12_IBOItalia 4 commenti