martedì 10 luglio 2007

Campagna di Roma

Uè, carissimi affezionati del Girocampibo!
Eccomi a scrivervi del mio avventuroso arrivo nella capitale. Prima però un grazie davvero a quanti, con i loro commenti, il loro sostegno e il loro sbattersi per aiutarmi, mi accompagnano in questa avventura: io pedalo, ma il viaggio lo costruiamo insieme.


Isernia-Roma


Un comodo viaggio in treno per recuperare le energie, è quello che mi aspettavo mentre, seduto in terra in una stazione deserta, fra balle di fieno e avvoltoi, aspettavo l'interregionale che mi avrebbe portato a Roma. Mi sbagliavo. Appena salito, infatti, mi accorgo di essere su un treno super-lusso, un piccolo figlio dell'AVE (il treno che collega Siviglia a Madrid, ndr.), con aria condizionata a duemila, seggiolini scomodissimi disposti a divanetto come nella sala di una nave e, quello che è peggio, silenziosissimo! A ridatemi un bel Regionale!!! Meno male che almeno la bicicletta era al sicuro, controllata da una simil body-guard. Tra l'altro anche la compagnia era da dimenticare: quattro ventenni, tutti e quattro con l'I-Pod (o il lettore Mp3, ma la differenza ancora non l'ho capita) nelle orecchie, vestiti praticamente nello stesso modo, seduti accanto senza scambiarsi una parola per tutto il viaggio di due ore! Allucinante! Meno male che la body-guard della bici era un po' più loquace. A Roma Termini cambio treno (un regionale dove tutti parlano al telefonino dicendo "Amò, amò, che fai, 'ando stai?") direzione Lanuvio per fermarmi presso la foresteria del Monastero di Vallechiara ospite della Fraternità di Gesù, i mitici Monaci di Lanuvio (e qui vi risparmio altri ricordi) che oltre a essere una comunità monastica, sono una delle più importanti realtà del biologico in Italia e non solo. Verdura, frutta, succhi di frutta, conserve, formaggi di bufala, mozzarelle di bufala (impareggiabile!) olio, un paesaggio da sogno sui colli romani e soprattutto una gentilezza, un'accoglienza, un'allegria, una solarità (e non solo per me che avevo delle "referenze") fuori dal comune. I fratelli e le sorelle (così si chiamano) sono stati incredibili. Ovviamente non potendo stare fermo, la mattina di sabato è trascorsa a estirpare erbacce dalle piante di lamponi. Nel pomeriggio, poi, partenza per Roma. Pochi kilometri (non più di 30), ma che hanno messo a dura prova il mio coraggio e la mia incoscienza ciclistica: arrivare a Roma in bicicletta è da pazzi! Un mare di macchine, camion, motorini. Poi l'Appia Nuova, due corsie per carreggiata e (come mi avverte un tipo a cui avevo chiesto informazioni) usata come superstrada (...). Gli svincoli per Ciampino (dove mi metto nella corsia di sorpasso o resto a destra rischiando di essere di intralcio a chi vuole uscire? la seconda che hai detto!), per l'autostrada (il momento più critico), per il Grande Raccordo Anulare ("all'uscita 17, c'è..."). Le macchine che si immettono e devono darmi la precedenza...... mai nessun pericolo comunque. Poi, finalmente, il cartello "Roma". Arrivato! Anche questa volta! Il campo di lavoro all'interno del Parco dell'Appia Antica mi aspetta. Kiko pure.





Alla prossima.




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