giovedì 9 agosto 2007

scusate il ritardo!!!

Uè! salve a tutti e un mare di scuse per il ritardo enorme con cui torno a scriver sul blog. Tre campi in pochi giorni con vicende da seguire con attenzione, poco tempo libero, zero possibilità di collegarmi ad internet, kilometri da coprire rapidamente con la bici. Poi il ritorno a Ferrara (18:50 di martedì 31 luglio, un mese e un giorno dopo la mia partenza), la partenza della Marion, la casa vuota, la città a cui mi devo riabituare senza la gente che le dava vita, il kebab in via garibaldi, il gelato da sottozero, poi mercoledì subito all'IBO per rivedere e salutare tutti impegnatissimi nelle selezioni per i nuovi volontari in SCV, neanche il tempo di raccontare o di fare una foto che subito sotto col da fare, in più tre giorni di gran mal di pancia. Ma soprattutto riabbracciare e perdermi negli occhi di chi da qualche mese ha la pazienza di sopportarmi accanto a lei, appena prima di un nuovo saluto destinazione Panciu (non parto io questa volta), per un'esperienza da vivere e raccontare! Ora eccomi qua in ufficio, a fare con la mente un passo indietro e riprendere da dove eravamo rimasti, magari velocemente per non annoiarvi troppo.

Massa M
arittima, centro Carapax

Arrivo a Massa Marittima da Follonica abbastanza distrutto, dopo aver percorso una strada che gli automobilisti pensano sia un circuito di Formula1. Ovviamente un pò di salita che non guasta mai, ma per fortuna (una colta tanto) la deviazione per centro Carapax si trova prima dell'impegnativa ascesa che porta alla cittadina maremmana. Il caldo e soprattutto l'afa però sono a dei livelli allucinanti. E' un campo di lavoro differente dagli altri, il Carapax infatti lavora da anni per la salvaguardia delle tartarughe che vengono accolte, studiate per poi essere rimpatriate e reintrodotte in natura. Inoltre ospita anche una colonia di (stupende) cicogne bianche e alcuni asini della famosa razza Amiatina (a rischio di estinzione). I primi campi Ibo risalgono a metà anni '90. Purtroppo sia durante il precedente periodo di campo che ancora in questi giorni ci sono stati seri problemi con il Corpo Forestale dello Stato che è arrivato anche a perquisire i bungalows dove alloggiano i volontari per cercare un pretesto per costruire un'accusa senza fatti (ma di questo non mi stupisco più, vero pà?...e non entro nei dettagli che sarebbe troppo lungo). L'atmosfera del campo quindi risentiva anche di questo. Non era facile poi per i volontari stranieri (provenienti in questo caso dal Belgio, cui si aggiungevano tre italiani) resistere a temperature così alte, tanto che una di loro, particolarmente sensibili, a dovuto ricorrere anche a controlli sanitari. In questo caso i consigli sono i soliti: frutta, verdura e bere, bere e ancora bere. Nonostante questo e altri problemi legati soprattutto ai non facili rapporti personali con il responsabile del centro, i ragazzi del gruppo hanno tenuto, sono andato avanti formando un bel gruppo, lavorando duramente (disboscamento e pulizia aree verdi e nutrimento tartarughe), conoscendosi sempre meglio, qualcuno con la voglia anche di restare più del previsto. Grandi e stoici da vero! Li ho salutati venerdì 27 per dirigermi a Nomadelfia, per un nuovo campo che iniziava e nuove persone da conoscere.

Nomadelfia
Nonostante il clamoroso ritardo con cui mi presento (a Follonica avevo perso il treno per Grosseto) vengo accolto con un calore umano non comune dal nucleo familiare (gruppo di famiglie che, abitando divisi ma in abitazioni molto vicine, condividono la cucina, i pasti, gli spazi comuni, il lavoro nell'orto e momenti di incontro. Base della società dei Nomadelfi) che mi ospitava. Il campo di lavoro sarebbe iniziato solo la domenica successiva (29 luglio) ma io per quella data dovevo gia essere sopra Castelfiorentino. Quindi non posso raccontarvi dei numerosi volontari (ma allora che ci sei andato a fare? verrebbe da dire) presenti: 5 dal belgio, 4 dall'olanda, 2 dall'austria e 2 dall'italia. Vi dirò però della grande accoglienza dei nomadelfi, della loro comunità così inusuale, della democrazia diretta, del "non è mio, ma è nostro", della critica alla proprietà, della ricchezza delle relazioni personali, dell'importanza del rapporto con la terra e con i suoi frutti, della bellezza del posto, di Don Zeno sempre rievocato in molte conversazioni, di un non facile confronto col mondo esterno forse per paura, di un canale televisivo unico che passa film tagliati e programmi selezionati (.....), dell'obbiettivo di un'esperienza del genere. Di molte altre cose da approfondire ad averne il tempo. Una comunità comunque da conoscere anche a livello personale e con la quale confrontarsi.


Beh, per ora basta e alla prossima (vi promettio presto) per i racconti degli ultimi campi visitati!




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