venerdì 6 luglio 2007

70 km controvento!

Uè carissimi! dopo qualche post della regia, rieccomi a scrivere direttamente da una postazione internet vicino alla stazione di Isernia. Qui sono arrivato grazie alla gentilezza di Carlo, volontario di Vicenza che ha caricato la mia bici in macchina, dopo aver visto la mia poca forma mattutina causata una notte agitata per postumi della lauta cena di ieri. Ma davanti alla cucina di Don Franco, parroco di Macchiagodena e anima del progetto, anche uno stracchino come me non si può tirare indietro. Alle 15:11 ho il treno che mi porterà a Roma, ma intanto è il momento di raccontarvi di questi ultimi tre giorni vissuti in terra molisana.

Guardialfiera-Macchiagodena
Da programma era una delle tappe più dure del giro, uno spauracchio anche per i ciclisti più allenati, una specie di Cima Coppi, e così è stato. Soprattutto anche perchè il mio augurio del post passato ("sperando nella clemenza del vento") è stato completamente ignorato dai miei santi protettori, che, forse per divertirsi dall'alto a vedermi faticare e imprecare, mi hanno regalato 70 km di vento contrario! Partenza con tutta calma alle 10 da Guardialfiera, tipico paesino molisano con signore sedute sulle sedie fuori dalla porta, chiavi lasciate nella serratura e cani che dormono sull'uscio. Un salto al tabacchi del paese per comprare cartoline, giornali e frutta (!), un'ultimo sguardo al lago e poi via, si parte. Iniziano i maledetti viadotti, alcuni interminabili, operai stradali mi implorano di fermarmi, io sorrido loro e continuo. Il vento è fortissimo, la bandiera IBO sventola che è un piacere, ma anche i tratti in discesa diventano pianura (non come le scarpe da Angelo...), faccio pochi kilometri poi mi fermo. Penso che non arriverò mai, mancano ancora una vita a Macchiagodena e sono già cotto. Vedo passare camioncini con pianali vuoti e sogno che qualcuno si fermi vedondomi pedalare a vuoto, ma sarebbe una sconfitta. In compenso il paesaggio attorno è bellissimo, incredibile, la statale 647 passa in una gola con ai lati colline e montagne aalla sommità delle quali sono arroccati in modo impensabile paesini dai nomi più strani. Nonostante qualcuno (che ne è originario) mi abbia intimato di non dirlo, io lo dico: il Molise è bello! Le città certo non sono il massimo e per i giovani offrono poco, ma come natura e territorio ha poco da invidiare a regioni più conosciute. Comunque, la fatica si fa sentire. Mi fermo per vedere se il mio santo protettore può fare qualcosa, niente, il vento continua e intanto le mie chiappe non ce la fanno più. Poi la strada si avvicina a Bojano, improvvisamente appaiono gli Appenini, uno spettacolo meraviglioso. Vedo Campitello Matese, più di 2000 s.l.m.

Fortunatamente non devo salire lassù, ma anche Macchiagodena non scherza (864 s.l.m.!). Inizia la salita, vedo Macchiagodena dal basso e mi sembra lontanissima, come consigliano in TV al Giro, vado del mio passo. Ma fa freddo, metto il k-way e ricorro ai vecchi metodi del ciclismo: giornale (il Corriere, al Manifesto non lo farei mai...) sotto la maglia. Ecco il cartello, sono arrivato. Ultimo tornante e vedo l'asilo che accoglie i volontari: dopo 12 anni sono di nuovo qua. E' tutto uguale e tutto è cambiato.

Un grande saluto e un grazie per i commenti a tutti i volontari in SCV con IBO in Kenya, Romania e India. Putroppo non ci siamo sentiti molti durante l'anno, ma sono contento che il blog possa essere un mezzo per avvicinare le distanze. A presto.

Un saluto a tutti.
Alla prossima


PER TUTTI I LETTORI:

Associazione DolceAcqua Onlus organizza

Venerdì 6 luglio 2007
Vivi la notte fino all'alba
Viaggio nelle costellazioni seguendo le tracce del laser. Concerti e spettacoli con la partecipazione di Freak Antoni, Guido Foddis e ospiti a sorpresa...

Via Mascherino, 33 - 40016
S. Giorgio di Piano (BO)
Tel./Fax 051 66.30.807
http://www.dolce-acqua.org/

L'IMPORTANTE E' PARTECIPARE

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Giacomo sei un pazzo ma c'hai delle palle enormi...Ti stimo!!!Pedala....

Anonimo ha detto...

Allora facciamoci piacere anche il Molise.... mah.... Grande Giaco! Sei il nostro paladino in bicicletta...
Marco

Anonimo ha detto...

Ciao Giacomo!
Mi è dispiaciuto non averti salutato prima della partenza!
Ho visto nelle foto che utilizzi la borsa sottosella che ti abbiamo regalato, mi fa piacere!
Eolo, il Dio tanto temuto dai ciclisti, ti ha accompagnato per 70 km... Bhe… Alla fine lo hai vinto!
Ti lamentavi che avevi perso l’allenamento… Ora lo stai riprendendo tutto insieme!
Buon proseguimento di avventura!

Anonimo ha detto...

Lentamente muore chi non parla a chi non conosce.Muore lentamente chi evita una passione,chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce.Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
(P. Neruda)
GIACOMO TU SEI L'ESEMPIO DI CIO' CHE SIGNIFICA ESSERE, E SENTIRSI, VIVI!!SEI GRANDE!CONTINUO A SEGUIRTI FEDELMENTE!

Anonimo ha detto...

Sei fuori di testa... ma e' meglio cosi'!
Pedala!!!!

Susy ha detto...

Grande Giacob!!! Quanti ricordi Macchiagodena...due campi lavoro, uno anche con il pazzo di Kiko e tutto il loro gruppo...case da distruggere e ricostruire, risate a crepapelle, il MITICO asilo, partite di calcetto contro i paesani, mondiali visti alla casa di don Franco...
Grazie per avermi fatto tornare con il pensiero a quei giorni...
Buon tutto
Susy :)

Anonimo ha detto...

Impossibile non vivere 3 minuti di Amarcord leggendo questo tuo post.. La Campagna di Danimarca 05, ce l'ho sempre nel cuore, portati e respinti dal vento mentre le distanze sembrano non accordciarsi mai.
La fatica e i denti stretti per arrivare, che dolore!, ma che soddisfazione appoggiare la bici al muro, scenderne, varcare una soglia e pensare (piano ed appagato): ce l'ho fatta.

Sono con te col pensiero e vorrei essere con te su quelle strade per faticare lungo il viaggio e vivere di persona l'esperienza dei campi di lavoro che ancora mi manca.

A presto, offrendoti un paio di pedalate nel momento del bisogno.




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