martedì 17 luglio 2007

Finalmente la Sabi...na

Uè! Mentre all'internet point le signore straniere fanno la fila per mandare i soldi a casa io, dopo qualche giorno di silenzio, sono qui per raccontarvi dei miei ultimi giorni passati nella... Sabina! Fra compagni di viaggio, pericolosi sovversivi nascosti in paesini di montagna, salite impegnative che regalano però paesaggi mozzafiato (che già uno arriva in cima che ce n'ha poco...), mucche, capre, eccezionali musicisti stile irlandese e tanto altro. Ma partiamo dall'inizio.



Roma-Montelibretti-Rieti

L'uscita da Roma, che pensavo ardua, si è dimostrata invece una tranquilla passeggiata. Ormai mi ero abituato a tutto quel traffico e, vi giuro, che inizio a preferire gli ingorghi della capitale con guidatori socevoli e rassegnati rispetto ai tipici giovanotti tamarri di provincia che sfrecciano come dei pazzi con l'autoradio a tutto volume (ma chi di noi non lo ha mai fatto?). Dicevo una tranquilla passeggiata, resa problematica però da due eventi naturali. Primo, la mia sbadataggine (più naturale di quello!) che mi ha fatto dimenticare il documento nell'internet point da dove avevo scritto martedì scorso e che mi ha costretto a rifare mezza Roma per recuperarlo (grazie alla gentilezza della commessa).

Secondo, il caldo allucinante. Meno male che la solidarietà ciclista viene in mio aiuto. Un professore di educazione fisica (il mestiere più bello del mondo!) incontrato a un semaforo, mi accompagna, fianco fianco con la sua bici per una mezzoretta (facendomi già sognare, con i suoi racconti, nuovi itinerari lungo il Danubio) e indicandomi la strada migliore per continuare.

A metà della Salaria, invece, mi aspettava Luigi (amico di Rosa, uno dei riferimenti per il campo di Rieti) precario della ricerca (allora esistono veramente, non solo sui giornali!) presso l'Istituto
Sperimentale di Zootecnia che grazie a lui ho visitato fra bufale, chianine, frisone e tori piemontesi. Grande lettore del Manifesto e neo abbonato di Altreconomia (allora non sono solo al mondo!), il personaggio nella foto a fianco rappresenta una cellula dormiente della sinistra extraparlamentare nascosta in quel di Montelibretti. Cosa starà progettando nessuno lo sa, e nemmeno io sono riuscito a scoprirlo, ma in compenso ho avuto modo di apprezzare la sua cucina e la sua grande ospitalità.

Il giorno dopo, sabato 14, si riparte. Di nuovo sulla Salaria. Grazie alle preziose indicazioni di un autoctono, mi evito qualche kilometro di salita. Quando poi richiedo indicazioni a un camperista mi sento rispondere: "Ciao Amore, si, vai bene dritto per Rieti..." (Kiko! Solo ora capisco veramente Via Traversagna!) . Il clado è terribile e mi obbliga a continue soste per bere e per buttarmi acqua sulla testa. La crema protezione 10 inizia a non bastare e inizio a cambiare pelle come i serpenti. A un certo punto una moto mi suona e mi saluta. Penso: "Meno male, un po' di sostegno!". Poi il tipo accosta, si ferma e si toglie il casco. Carramba! E' il professore di educazione fisica! Mi starà mica seguendo in incognito? Che io ovviamente non riconosco subito. Mi incita e mi spiega come sarà il prossimo pezzo di strada: discesa, poi salita dura (sigh!), ma poi tutta discesa fino a Rieti (e vai!). E infatti è proprio così. Arrivo a Rieti con 40 gradi all'ombra. Cerco il B&B Ponte Romano, niente indicazioni, niente insegne, niente campanello. Alla fine lo trovo: una signora mezza impaurita (vedendomi nelle condizioni in cui sono arrivato, chi non lo sarebbe!) mi apre e mi fa entrare praticamente in casa sua. Mi butto sul letto (di camera mia) e mi sveglio due ore dopo con ancora la roba da ciclista addosso. Scopro poi una vista dal balcone meravigliosa, il fiume Velino pulitissimo che uno non ci crederebbe che passa in mezzo ad una città, la festa del sole e la sfilata dei rioni. A cena una pizza in solitario e un po' (tanta) nostalgia. Il giorno dopo mi aspetta lo spauracchio dell'ascesa a Sala: 8 km di salita! Quindi a letto presto e abbondante colazione. Un nuovo campo di lavoro mi aspetta!



P.S.: Prima di finire però, un pensiero a chi è già partito (Clara e Manu), a chi sta partendo (Miguel e gli altri volontari), a chi partirà (Sonia, Leti e gli altri volontari), a chi si sbatte a costo di sacrificare ore di sonno, ferie e quant'altro, facendolo sempre con un'energia e un entusiamo unico (Ale), a chi direttamente sul posto manda avanti tutto con una forza, una volontà che solo pochi hanno (Elena e Giuseppe), a chi forse mi sono scordato. A tutti coloro insomma che animeranno e riempiranno di gioia insieme ai bambini le strade di Panciu (Vrancea, Romania) un abbraccio con tutto il cuore e una dedica speciale:


Ionel, Ionelule Nu mai bea baiatuleIonel, Ionelule fiindca te rad fetele...hei


"Che siete la promessa che un domani è possibile!"

2 commenti:

Cassy ha detto...

Ciauz Great Jack!
Non sai quanto bello sia svegliarsi,accendere il pc e avere notizie di un viaggio così folle da renderci tutti partecipi...
Però conosco bene certe fatiche e devo ammettere che sono esperienze che ci cambiano molto... tu ben sai quanto piccola io fossi quando feci il mio Cammino in Spagna... Ora,a sentirti, mi sta tornando una certa voglia di ripartire...e Fede ne sarà contenta!
Ti mando un forte abbraccio,
un bacio
Cassandra

Anonimo ha detto...

Caro Giacomo,
grazie del pensiero!
Qui a Panciu tutto procede per il meglio.
Il caldo è tanto e rende tutto più difficile, ma i bimbi sono una forza!
Il sorriso che mostrano sempre, anche davanti alle proposte più semplici, riesce a ridarci la carica.
Oggi sono in pochi, probabilmente a causa del caldo (il sindaco ha invitato tutti a non uscire prima delle 18) e un po' ci dispiace, ma sappiamo che domani torneranno.
Panciu è piena di contraddizioni.
Credo che in certi momenti la voglia di buttare la spugna sia tanta.
Eppure si riesce sempre ad andare avanti.
Cos'è che spinge a farlo inizio a capirlo solo ora che sono qui.
Sono qui da 2 settimane.
Sono volate, mi sembra di essere arrivata solo ieri, eppure mi sembra di conoscere questo posto da sempre.
E' una sensazione che non riesco a spiegare.

Buon viaggio e buon ritorno a casa.

Un abbraccio,
Clara




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