sabato 11 agosto 2007
giovedì 9 agosto 2007
scusate il ritardo!!!
Massa Marittima, centro Carapax
Nomadelfia
Beh, per ora basta e alla prossima (vi promettio presto) per i racconti degli ultimi campi visitati!
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mercoledì 25 luglio 2007
un sogno che riparte
Alla prossima
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16:32
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viagorizia12_IBOItalia
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sabato 21 luglio 2007
Spice volunteers
Uè! 
Da un internet-cafè in stile indiano, con le scritte sul computer in cinese (meno male che mi ricordo i link a memoria!) vi scrivo per aggiornarvi sui miei spostamenti e le miei visite ai campi. 
 Dopo vari giorni di pedalate per raggiungere il Piemonte dal lontano Lazio, ho iniziato a riprendere i miei amati regionali. Da Rieti, passando per Terni e Orte, ho raggiunto Arezzo, incontrando una coppia di cicloturisti provenienti dall'Olanda, professionalissimi, con vere bici da cicloturismo e con borse super impermiabili. Da Arezzo, immersa in un'afa record (il termometro segnava 40 gradi!) mi sono spostato, sempre in treno, a Firenze. Qui, gentilissimo come sempre, mi aspettava Il Fra (mio coinquilino e mio compagno di avventura insieme ad altre sei spledide persone, in quel sogno di città che è Lisboa). Grande cena a base di involtini e poi dritti in fortezza per la Festa dell'Unità, che sembrava più un luna park che una festa di partito (quale? tra l'altro). Il mattino dopo, un'ora trascorsa in una fantastica (anche se un po' costosa) lavanderia con tanto di asciugatrice e quindi treno regionale da Firenze Campo Marte a Bologna (ma allora non ci sono solo Intercity per questa tratta!). Per l'ora di cena arrivo a DolceAcqua, chiamarla solo casa Famiglia sarebbe riduttivo, accolto come se fossi a casa (e in effetti mi sento proprio così) e con l'affetto e l'attenzione che solo le persone che vivono lì sanno trasmettere. Mi raccontano del campo di lavoro appena terminato con 4 ragazzi olandesi e un volontario italiano, dell'importante ruolo di Erwan (volontario francese in EVS) come mediatore e della notte bianca di venerdì 6 luglio con 800 persone. Sono abbastanza cotto da tutto il caldo patito negli ultimi due giorni e quindi, purtroppo, non riesco a essere molto di compagnia. La mattina dopo riparto: Bologna-Alessandria, Alessandria-Bistagno. Poi 25 km sotto un sole cocente: mi fermo, riparto, mi rifermo all'ombra, entro in
Dopo vari giorni di pedalate per raggiungere il Piemonte dal lontano Lazio, ho iniziato a riprendere i miei amati regionali. Da Rieti, passando per Terni e Orte, ho raggiunto Arezzo, incontrando una coppia di cicloturisti provenienti dall'Olanda, professionalissimi, con vere bici da cicloturismo e con borse super impermiabili. Da Arezzo, immersa in un'afa record (il termometro segnava 40 gradi!) mi sono spostato, sempre in treno, a Firenze. Qui, gentilissimo come sempre, mi aspettava Il Fra (mio coinquilino e mio compagno di avventura insieme ad altre sei spledide persone, in quel sogno di città che è Lisboa). Grande cena a base di involtini e poi dritti in fortezza per la Festa dell'Unità, che sembrava più un luna park che una festa di partito (quale? tra l'altro). Il mattino dopo, un'ora trascorsa in una fantastica (anche se un po' costosa) lavanderia con tanto di asciugatrice e quindi treno regionale da Firenze Campo Marte a Bologna (ma allora non ci sono solo Intercity per questa tratta!). Per l'ora di cena arrivo a DolceAcqua, chiamarla solo casa Famiglia sarebbe riduttivo, accolto come se fossi a casa (e in effetti mi sento proprio così) e con l'affetto e l'attenzione che solo le persone che vivono lì sanno trasmettere. Mi raccontano del campo di lavoro appena terminato con 4 ragazzi olandesi e un volontario italiano, dell'importante ruolo di Erwan (volontario francese in EVS) come mediatore e della notte bianca di venerdì 6 luglio con 800 persone. Sono abbastanza cotto da tutto il caldo patito negli ultimi due giorni e quindi, purtroppo, non riesco a essere molto di compagnia. La mattina dopo riparto: Bologna-Alessandria, Alessandria-Bistagno. Poi 25 km sotto un sole cocente: mi fermo, riparto, mi rifermo all'ombra, entro in  cortili privati a chiedere un po' d'acqua fresca... il tutto aggravato da fastidiose noie al soprasella (...). Questa volta nemmeno il bel paesaggio riesce a non farmi pesare la fatica dello stare in bici. Arrivo comunque in serata a Cortemilia, esattamente in località Monte Oliveto.
cortili privati a chiedere un po' d'acqua fresca... il tutto aggravato da fastidiose noie al soprasella (...). Questa volta nemmeno il bel paesaggio riesce a non farmi pesare la fatica dello stare in bici. Arrivo comunque in serata a Cortemilia, esattamente in località Monte Oliveto. Don Vittorio (monaco nella vita, spirito libero nell'anima e tuttofare nei lavori) da anni propone esperienze di volontariato legato al recupero del territorio dell'Alta Langa. Prima a S.Benedetto Belbo, ora a Cortemilia (famosa per la Nocciola!), in collaborazione con l'Ecomuseo della Vite e dei Terrazzamenti della Regione Piemonte. Lavorando insieme a loro, insegna ai ragazzi la tecnica del muretto a secco, tipica di queste zone e della Liguria. Per uno strano gioco del destino, ma anche perché sono quasi sempre la maggioranza nei campi di lavoro, in questo primo turno i volontari presenti erano esclusivamente ragazze: Josefine, Clara, Katarzyna e Jennifer da Berlino, tutte compagne di classe all'ultimo anno di Liceo Classico. Laura, Evelyne e Renate olandesi e studentesse universitarie. Distrutte dal lavoro, dalle pietre più pesanti di loro da portare, dalle carriole da riempire di sabbia, dalla terra durissima da picconare, ma entusiaste dell'esperienza e del vedere il muro crescere. Per sentire meno la fatica ecco allora un lettore cd, due piccole casse... So tell me what you want, if you really really want....If you wanna be my lover... e vai con le Spice Girls! Don Vittorio se potesse si metterebbe le mani nei capelli, ma alla fine sorride anche lui. I ragazzi del paese, interessati a conoscere
Don Vittorio (monaco nella vita, spirito libero nell'anima e tuttofare nei lavori) da anni propone esperienze di volontariato legato al recupero del territorio dell'Alta Langa. Prima a S.Benedetto Belbo, ora a Cortemilia (famosa per la Nocciola!), in collaborazione con l'Ecomuseo della Vite e dei Terrazzamenti della Regione Piemonte. Lavorando insieme a loro, insegna ai ragazzi la tecnica del muretto a secco, tipica di queste zone e della Liguria. Per uno strano gioco del destino, ma anche perché sono quasi sempre la maggioranza nei campi di lavoro, in questo primo turno i volontari presenti erano esclusivamente ragazze: Josefine, Clara, Katarzyna e Jennifer da Berlino, tutte compagne di classe all'ultimo anno di Liceo Classico. Laura, Evelyne e Renate olandesi e studentesse universitarie. Distrutte dal lavoro, dalle pietre più pesanti di loro da portare, dalle carriole da riempire di sabbia, dalla terra durissima da picconare, ma entusiaste dell'esperienza e del vedere il muro crescere. Per sentire meno la fatica ecco allora un lettore cd, due piccole casse... So tell me what you want, if you really really want....If you wanna be my lover... e vai con le Spice Girls! Don Vittorio se potesse si metterebbe le mani nei capelli, ma alla fine sorride anche lui. I ragazzi del paese, interessati a conoscere  nuove culture e nuovi modi di vivere, hanno organizzato uscite serali, gite in piscina, scampagnate e partite a biliardino (o calcino come si dice a Ferrara). Una bella integrazione (un po' interessata...) fra volontari e comunità locale.
nuove culture e nuovi modi di vivere, hanno organizzato uscite serali, gite in piscina, scampagnate e partite a biliardino (o calcino come si dice a Ferrara). Una bella integrazione (un po' interessata...) fra volontari e comunità locale.
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09:06
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viagorizia12_IBOItalia
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martedì 17 luglio 2007
Non solo campo di lavoro!
 Arieccomi! Da un punto internet dove il livello di sudore è sopra ogni limite consentito, vi scrivo un po' di fretta per farvi vivere i due giorni che ho passato a Sala, 8 km da Rieti, che fino al 28 luglio ospiterà uno dei tanti Campi di Lavoro e Solidarietà di IBO Italia.
Arieccomi! Da un punto internet dove il livello di sudore è sopra ogni limite consentito, vi scrivo un po' di fretta per farvi vivere i due giorni che ho passato a Sala, 8 km da Rieti, che fino al 28 luglio ospiterà uno dei tanti Campi di Lavoro e Solidarietà di IBO Italia.
La strada per arrivarci non è delle più agevoli, in alcuni tratti 10% di pendenza, soprattutto se fatte con le borse dietro e con il caldo di questi giorni. Piano piano però anche le peggiori salite si possono domare, è una sfida con se stessi, quasi una filosofia di vita. Cambia l'ordine di grandezza, non più i kilomeri. Si va avanti di cento metri in cento metri. Mi supera la macchina di Matteo Amati, responsabile del campo, che mi incita a suon di clacson. I tornanti si susseguono, mi levo il casco perchè il caldo è insopportabile. Non ce la farei però a salire se il paesaggio intorno a me non fosse così bello. Proprio in questo sta la differenza della bicicletta: il poter osservare pian piano il territorio intorno che cambia, sentirne gli odori, scoprirne i profumi, apprezzarne i colori. La fatica (tanta) è sempre ripagata dallo spettacolo naturale che il cilclista può vedere dall'alto, con la serenità di chi sa di esserselo conquistato con il suo impegno. Comunque, fortunatamente, in mio soccorso arrivano anche i protettori più insperati (giuro che il cartello non l'ho ritoccato, ma un trucco c'è...). Poi la strada inizia a spianare e gli ultimi due kilometri sono in falso piano. Arrivo a Sala, 800 metri circa sul livello del mare. Non un paesino o un villaggio, ma praticamente un gruppo di poche case. Fino al dopoguerra qui intorno vivevano circa 60 famiglie, poi, anno dopo anno, le persone hanno iniziato a trasferirsi in città e così, da allora, tutto è finito in abbandono.  Cinque anni fa la Cooperativa Sociale Integrata "Consortium", già impegnata a Roma in progetti di agricoltura biologica con inserimento di minori con problemi giudiziari e disabili, in collaborazione con la Comunità di Capodarco,  decise di impegnarsi affinchè queste terre tornassero a rifiorire. Memore delle esperienze di occupazioni agricole degli anni '70 e con tanta voglia ancora di cambiare il mondo, Matteo Amati, l'anima del progetto,  pensò di impegnarsi in questo insieme a volontari provenienti da varie parti d'Europa. E' così che nel mese di luglio le quattro case di Sala si trasformano in una babele di lingue e culture, accomunate dall'entusiasmo e dalla voglia di stare insieme.
 un trucco c'è...). Poi la strada inizia a spianare e gli ultimi due kilometri sono in falso piano. Arrivo a Sala, 800 metri circa sul livello del mare. Non un paesino o un villaggio, ma praticamente un gruppo di poche case. Fino al dopoguerra qui intorno vivevano circa 60 famiglie, poi, anno dopo anno, le persone hanno iniziato a trasferirsi in città e così, da allora, tutto è finito in abbandono.  Cinque anni fa la Cooperativa Sociale Integrata "Consortium", già impegnata a Roma in progetti di agricoltura biologica con inserimento di minori con problemi giudiziari e disabili, in collaborazione con la Comunità di Capodarco,  decise di impegnarsi affinchè queste terre tornassero a rifiorire. Memore delle esperienze di occupazioni agricole degli anni '70 e con tanta voglia ancora di cambiare il mondo, Matteo Amati, l'anima del progetto,  pensò di impegnarsi in questo insieme a volontari provenienti da varie parti d'Europa. E' così che nel mese di luglio le quattro case di Sala si trasformano in una babele di lingue e culture, accomunate dall'entusiasmo e dalla voglia di stare insieme.  Quest'anno il gruppo era meno numeroso rispetto a quello degli anni passati, ma non per questo meno attivo: Luca, studente all'Istituto Agrario di Roma; Matteo, trecce rasta ed erre moscia, pure lui romano; poi Martina dalla Baviera e un futuro ancora da decidere. Infine gli olandesi: Tomas, grande appassionato di ciclismo e smanioso di avere notizie sul Tour; Coby studentessa di Biologia e Wilma iscritta a Medicina a Rotterdam.  Cuoca è Marisa che, con il marito Fabio, le figlie e il cane Jack, è una dei pochi abitanti del borgo. Il lunedì si inizia presto: sveglia alle 5:45, colazione 6:15, partenza per il lavoro alle 7:00! Qualcuno va al caseificio (costruito anche grazie al lavoro dei volontari degli scorsi anni) dove la cooperativa fa uno strepitoso formaggio di capra... e ovviamente anche latte e ricotta!  Gli alt
Quest'anno il gruppo era meno numeroso rispetto a quello degli anni passati, ma non per questo meno attivo: Luca, studente all'Istituto Agrario di Roma; Matteo, trecce rasta ed erre moscia, pure lui romano; poi Martina dalla Baviera e un futuro ancora da decidere. Infine gli olandesi: Tomas, grande appassionato di ciclismo e smanioso di avere notizie sul Tour; Coby studentessa di Biologia e Wilma iscritta a Medicina a Rotterdam.  Cuoca è Marisa che, con il marito Fabio, le figlie e il cane Jack, è una dei pochi abitanti del borgo. Il lunedì si inizia presto: sveglia alle 5:45, colazione 6:15, partenza per il lavoro alle 7:00! Qualcuno va al caseificio (costruito anche grazie al lavoro dei volontari degli scorsi anni) dove la cooperativa fa uno strepitoso formaggio di capra... e ovviamente anche latte e ricotta!  Gli alt ri al cantiere, fra cazzuole, secchi e carriole, dove si lavora al restauro di un vecchio casale da adibire ad alloggi per persone con disabilità. I ragazzi poi nei prossimi giorni avranno modo di osservare e imparare a fare il formaggio, ma anche il pane e la pizza. Nei pomeriggi sono previsti incontri sui diritti umani, multiculturalismo, teatro d'avanguardia, cinema, visita di Rieti e dei monasteri francescani. La sera, invece, film e concerti, inaugurati lunedì da tre eccezionali musicisti con musiche irlandesi che si sposano a meraviglia con il luogo selvaggio e il cielo stellato. Insomma, un campo di lavoro, ma non solo questo, molto di più! Ora, qualche tappa di trasferimento e poi mi aspetta il Piemonte, esattamente Cortemilia!
ri al cantiere, fra cazzuole, secchi e carriole, dove si lavora al restauro di un vecchio casale da adibire ad alloggi per persone con disabilità. I ragazzi poi nei prossimi giorni avranno modo di osservare e imparare a fare il formaggio, ma anche il pane e la pizza. Nei pomeriggi sono previsti incontri sui diritti umani, multiculturalismo, teatro d'avanguardia, cinema, visita di Rieti e dei monasteri francescani. La sera, invece, film e concerti, inaugurati lunedì da tre eccezionali musicisti con musiche irlandesi che si sposano a meraviglia con il luogo selvaggio e il cielo stellato. Insomma, un campo di lavoro, ma non solo questo, molto di più! Ora, qualche tappa di trasferimento e poi mi aspetta il Piemonte, esattamente Cortemilia!
A presto!
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viagorizia12_IBOItalia
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Finalmente la Sabi...na
Roma-Montelibretti-Rieti
L'uscita da Roma, che pensavo ardua, si è dimostrata invece una tranquilla passeggiata. Ormai mi ero abituato a tutto quel traffico e, vi giuro, che inizio a preferire gli ingorghi della capitale con guidatori socevoli e rassegnati rispetto ai tipici giovanotti tamarri di provincia che sfrecciano come dei pazzi con l'autoradio a tutto volume (ma chi di noi non lo ha mai fatto?). Dicevo una tranquilla passeggiata, resa problematica però da due eventi naturali. Primo, la mia sbadataggine (più naturale di quello!) che mi ha fatto dimenticare il documento nell'internet point da dove avevo scritto martedì scorso e che mi ha costretto a rifare mezza Roma per recuperarlo (grazie alla gentilezza della commessa).
Secondo, il caldo allucinante. Meno male che la solidarietà ciclista viene in mio aiuto. Un professore di educazione fisica (il mestiere più bello del mondo!) incontrato a un semaforo, mi accompagna, fianco fianco con la sua bici per una mezzoretta (facendomi già sognare, con i suoi racconti, nuovi itinerari lungo il Danubio) e indicandomi la strada migliore per continuare.
A metà della Salaria, invece, mi aspettava Luigi (amico di Rosa, uno dei riferimenti per il campo di Rieti) precario della ricerca (allora esistono veramente, non solo sui giornali!) presso l'Istituto
Sperimentale di Zootecnia che grazie a lui ho visitato fra bufale, chianine, frisone e tori piemontesi. Grande lettore del Manifesto e neo abbonato di Altreconomia (allora non sono solo al mondo!), il personaggio nella foto a fianco rappresenta una cellula dormiente della sinistra extraparlamentare nascosta in quel di Montelibretti. Cosa starà progettando nessuno lo sa, e nemmeno io sono riuscito a scoprirlo, ma in compenso ho avuto modo di apprezzare la sua cucina e la sua grande ospitalità.
Il giorno dopo, sabato 14, si riparte. Di nuovo sulla Salaria. Grazie alle preziose indicazioni di un autoctono, mi evito qualche kilometro di salita. Quando poi richiedo indicazioni a un camperista mi sento rispondere: "Ciao Amore, si, vai bene dritto per Rieti..." (Kiko! Solo ora capisco veramente Via Traversagna!) . Il clado è terribile e mi obbliga a continue soste per bere e per buttarmi acqua sulla testa. La crema protezione 10 inizia a non bastare e inizio a cambiare pelle come i serpenti. A un certo punto una moto mi suona e mi saluta. Penso: "Meno male, un po' di sostegno!". Poi il tipo accosta, si ferma e si toglie il casco. Carramba! E' il professore di educazione fisica! Mi starà mica seguendo in incognito? Che io ovviamente non riconosco subito. Mi incita e mi spiega come sarà il prossimo pezzo di strada: discesa, poi salita dura (sigh!), ma poi tutta discesa fino a Rieti (e vai!). E infatti è proprio così. Arrivo a Rieti con 40 gradi all'ombra. Cerco il B&B Ponte Romano, niente indicazioni, niente insegne, niente campanello. Alla fine lo trovo: una signora mezza impaurita (vedendomi nelle condizioni in cui sono arrivato, chi non lo sarebbe!) mi apre e mi fa entrare praticamente in casa sua. Mi butto sul letto (di camera mia) e mi sveglio due ore dopo con ancora la roba da ciclista addosso. Scopro poi una vista dal balcone meravigliosa, il fiume Velino pulitissimo che uno non ci crederebbe che passa in mezzo ad una città, la festa del sole e la sfilata dei rioni. A cena una pizza in solitario e un po' (tanta) nostalgia. Il giorno dopo mi aspetta lo spauracchio dell'ascesa a Sala: 8 km di salita! Quindi a letto presto e abbondante colazione. Un nuovo campo di lavoro mi aspetta!
P.S.: Prima di finire però, un pensiero a chi è già partito (Clara e Manu), a chi sta partendo (Miguel e gli altri volontari), a chi partirà (Sonia, Leti e gli altri volontari), a chi si sbatte a costo di sacrificare ore di sonno, ferie e quant'altro, facendolo sempre con un'energia e un entusiamo unico (Ale), a chi direttamente sul posto manda avanti tutto con una forza, una volontà che solo pochi hanno (Elena e Giuseppe), a chi forse mi sono scordato. A tutti coloro insomma che animeranno e riempiranno di gioia insieme ai bambini le strade di Panciu (Vrancea, Romania) un abbraccio con tutto il cuore e una dedica speciale:
Ionel, Ionelule Nu mai bea baiatuleIonel, Ionelule fiindca te rad fetele...hei
"Che siete la promessa che un domani è possibile!"
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venerdì 13 luglio 2007
Arrivederci Roma...
A Casa S. Giovanni ho ripescato il mio polacco... infatti la maggior parte dei lavori sono affidati a Giuseppe (Josef, od Polska) che vive lì con la sua famiglia (moglie, tre figli e un nipote) ormai da 15 anni. In tutti questi anni sono stato il primo italiano che hanno sentito parlare la loro lingua! Erano esterefatti. Poi a dare una mano a Don Vittorio ci sono i ragazzi cresciuti in parrocchia con lui: Bruno, Dario, Luigi, Christian e Davide (detto 'er molazza). “Pischelli de borgata” si direbbe,
Ora mi aspetta il viaggio per Rieti: due giorni per andare a visitare il campo che organizziamo in collaborazione con la Cooperativa Consortium e la Comunità di Capodarco di Roma.
Le gambe iniziano a pesare e la strada sarà in salita. Ma il vento oggi sembra buono.
Un salutone a tutti, a chi commenta e anche a chi mi scrive via mail!
Alla prossima.
P.S.: Un augurio di cuore a Marco che oggi si laurea. Lui direbbe che non c'è niente da festeggiare, ma non è vero. Festeggiamo questi anni fantastici dove il nostro si è dato tanto, forse non nello studio, ma sicuramente per gli altri! Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto scoprire il Paci e la sua gente. Daje Marchino (come si direbbe a Roma) che, chissà quando, l'ostello ci aspetta!
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mercoledì 11 luglio 2007
...un so' cosè, ma è bellissimo!
 Ahò! Da un internet point arquanto marcio de Roma, con una paura cane che fuori intanto mi freghino la bici e l'aria condizionata che mi distrugge la schiena, vi racconto quello che è stato il mio passaggio dal campo di lavoro e solidarietà presso la Cooperativa Sociale Integrata Antica Torre", nel Parco dell'Appia Antica, che si impegna nell'inserimento lavorativo di persone disabili o che seguono dei percorsi alternativi alla pena carceraria gestendo un maneggio, avviando un'attività di produzione biologica e facendo lavori di giardinaggio e di pulizia.
 Ahò! Da un internet point arquanto marcio de Roma, con una paura cane che fuori intanto mi freghino la bici e l'aria condizionata che mi distrugge la schiena, vi racconto quello che è stato il mio passaggio dal campo di lavoro e solidarietà presso la Cooperativa Sociale Integrata Antica Torre", nel Parco dell'Appia Antica, che si impegna nell'inserimento lavorativo di persone disabili o che seguono dei percorsi alternativi alla pena carceraria gestendo un maneggio, avviando un'attività di produzione biologica e facendo lavori di giardinaggio e di pulizia. Arrivo sabato sera (sollecitato da qualcuno), giusto in tempo per gustarmi una braciata organizzata per festeggiare la bimba di Irm, responsabile del campo insieme al fratello Sandro (anima della Cooperativa). Conosco subito i volontari: Veronika e Denisa dalla Slovacchia, un po' (solo un po'?!?) timidine e non completamente inserite nello spirito del campo. Roma attrae per tanti motivi... Lada e Petra dalla Repubblica Ceca, Ninke dall'Olanda che ha fatto conoscere il mitico gioco di carte, Il Presidente (meglio conosciuto come pass-pass-pass) che tiene svegli i volontari fino a tarda notte fra una bottiglia di birra e l'altra. Klaus (professore di economia alle superiori) e Udo dall'Austria, una delle persone più incredibili mai incontrate ai campi. Questo è il suo diciassettesimo campo (avete capito bene, 17!) di cui molti in Italia, fra Vicomero, S.Giorgio di Piano, Rieti e Finale Emilia per dire solo quelli di cui mi ricordo. Udo è di una simpatia travolgente, soprattutto quando parla italiano, pensate che ha vissuto per circa due mesi nel rione Sanità dei quartieri Spagnoli a Napoli  senza problemi (un austriaco!!!), anzi! Ne conserva un ricordo bellissimo! Volontario come pochi, sempre pronto ad adattarsi in ogni situazione, sarà anche al campo di Libolla a fine Agosto e il prossimo anno vorrebbe andare in Sicilia. Poi gli italiani: Annalisa, milaneeese e un certo Kiko, che mi pare di aver già conosciuto da qualche parte... grande cuore e immensa generosità, diventato il cocco della Signora Irene e della Signora Elena, persone magnifiche e nonne eccezionali (ma andrebbe bene anche solo dire nonne!) che seguono e si affezionano ai volontari come fossero loro nipoti.
Arrivo sabato sera (sollecitato da qualcuno), giusto in tempo per gustarmi una braciata organizzata per festeggiare la bimba di Irm, responsabile del campo insieme al fratello Sandro (anima della Cooperativa). Conosco subito i volontari: Veronika e Denisa dalla Slovacchia, un po' (solo un po'?!?) timidine e non completamente inserite nello spirito del campo. Roma attrae per tanti motivi... Lada e Petra dalla Repubblica Ceca, Ninke dall'Olanda che ha fatto conoscere il mitico gioco di carte, Il Presidente (meglio conosciuto come pass-pass-pass) che tiene svegli i volontari fino a tarda notte fra una bottiglia di birra e l'altra. Klaus (professore di economia alle superiori) e Udo dall'Austria, una delle persone più incredibili mai incontrate ai campi. Questo è il suo diciassettesimo campo (avete capito bene, 17!) di cui molti in Italia, fra Vicomero, S.Giorgio di Piano, Rieti e Finale Emilia per dire solo quelli di cui mi ricordo. Udo è di una simpatia travolgente, soprattutto quando parla italiano, pensate che ha vissuto per circa due mesi nel rione Sanità dei quartieri Spagnoli a Napoli  senza problemi (un austriaco!!!), anzi! Ne conserva un ricordo bellissimo! Volontario come pochi, sempre pronto ad adattarsi in ogni situazione, sarà anche al campo di Libolla a fine Agosto e il prossimo anno vorrebbe andare in Sicilia. Poi gli italiani: Annalisa, milaneeese e un certo Kiko, che mi pare di aver già conosciuto da qualche parte... grande cuore e immensa generosità, diventato il cocco della Signora Irene e della Signora Elena, persone magnifiche e nonne eccezionali (ma andrebbe bene anche solo dire nonne!) che seguono e si affezionano ai volontari come fossero loro nipoti. Domenica, 9 ore di giro per Roma: bellissimo! Ci siamo comportati da veri turisti della domenica (appunto!) ignoranti, senza guida o la minima conoscenza di quello che stavamo vedendo e visitando, la capitale ci è apparsa come un enorme paese dei balocchi, dove abbiamo ritrovato i posti tante volte letti sui giornali o visti alla televisione. Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e soprattutto il "nostro" giro politico: Montecitorio, a fare le interviste a mo' di Iene; salire al Quirinale a dare o chiedere le dimissioni; Palazzo Chigi, Palazzo Madama, Via dell'Umiltà (eppure questo nome non mi è nuovo, vedi foto con le corna, che non è un'offesa, ma è il segno di saluto dei giovani azzurri); la sede del Manifesto (vi giuro che ho provato a suonare) e poi, come dei novelli Ficarra e Picone alla ricerca del nostro "Gualter Gueltroni", la mitica Via delle
Domenica, 9 ore di giro per Roma: bellissimo! Ci siamo comportati da veri turisti della domenica (appunto!) ignoranti, senza guida o la minima conoscenza di quello che stavamo vedendo e visitando, la capitale ci è apparsa come un enorme paese dei balocchi, dove abbiamo ritrovato i posti tante volte letti sui giornali o visti alla televisione. Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e soprattutto il "nostro" giro politico: Montecitorio, a fare le interviste a mo' di Iene; salire al Quirinale a dare o chiedere le dimissioni; Palazzo Chigi, Palazzo Madama, Via dell'Umiltà (eppure questo nome non mi è nuovo, vedi foto con le corna, che non è un'offesa, ma è il segno di saluto dei giovani azzurri); la sede del Manifesto (vi giuro che ho provato a suonare) e poi, come dei novelli Ficarra e Picone alla ricerca del nostro "Gualter Gueltroni", la mitica Via delle  Botteghe Oscure. Come dice l'amico del protagonista di Ovosodo: "We are communist, but democratic. You know PDS?"... Vabbè, ora non c'è nemmeno più quello. E lo sconvolgente accorgersi che Via Caetani (9 maggio 1978) è proprio lì davanti. Poi ritorno ai monumenti: Corso Traiano (ci siamo persi... forse siamo nel Monopoli, era fra le carte gialle, no?), il Colosseo, Via dei Fori Imperiali e la mitica frase di Kiko che esemplifica la giornata "Oh, Giaco! Un so' cos'è, ma è bellismo"... e ancora non abbiamo capito cos'era...
Botteghe Oscure. Come dice l'amico del protagonista di Ovosodo: "We are communist, but democratic. You know PDS?"... Vabbè, ora non c'è nemmeno più quello. E lo sconvolgente accorgersi che Via Caetani (9 maggio 1978) è proprio lì davanti. Poi ritorno ai monumenti: Corso Traiano (ci siamo persi... forse siamo nel Monopoli, era fra le carte gialle, no?), il Colosseo, Via dei Fori Imperiali e la mitica frase di Kiko che esemplifica la giornata "Oh, Giaco! Un so' cos'è, ma è bellismo"... e ancora non abbiamo capito cos'era... fra i volontari e i responsabili: non capivano il senso del lavoro, il senso del campo... forse erano poco motivati... Per un anno con la Sabi ci siamo sbattuti per organizzare le esperienze, mancando sicuramente in qualcosa. Le cose poi non sono mai perfette e le persone che partono, purtroppo, non sempre lo fanno per reali convinzioni, sia per il lavoro (ma sarebbe il minimo) sia (ed è la cosa più sbagliata) per l'esperienza che è sì importante per la singola persona, ma è soprattutto un'esperienza di gruppo. Vedere che le cose non vanno come vorresti, a volte, è scoraggiante. Comunque con Irma c'era già stato un
 fra i volontari e i responsabili: non capivano il senso del lavoro, il senso del campo... forse erano poco motivati... Per un anno con la Sabi ci siamo sbattuti per organizzare le esperienze, mancando sicuramente in qualcosa. Le cose poi non sono mai perfette e le persone che partono, purtroppo, non sempre lo fanno per reali convinzioni, sia per il lavoro (ma sarebbe il minimo) sia (ed è la cosa più sbagliata) per l'esperienza che è sì importante per la singola persona, ma è soprattutto un'esperienza di gruppo. Vedere che le cose non vanno come vorresti, a volte, è scoraggiante. Comunque con Irma c'era già stato un  chiarimento e la mia presenza proprio in questi giorni è stata, credo, importante. La prima settimana i ragazzi hanno lavorato proprio presso le strutture della Cooperativa e nel maneggio. Questa settimana invece i lavori si sposteranno nel Parco dell'Appia Antica (la prima strada del mondo e uno dei posti più belli di Roma!) per riadattare i percosi naturali, pulire le aree verdi, tinteggiare e ripulire alcune antiche strade romane.
chiarimento e la mia presenza proprio in questi giorni è stata, credo, importante. La prima settimana i ragazzi hanno lavorato proprio presso le strutture della Cooperativa e nel maneggio. Questa settimana invece i lavori si sposteranno nel Parco dell'Appia Antica (la prima strada del mondo e uno dei posti più belli di Roma!) per riadattare i percosi naturali, pulire le aree verdi, tinteggiare e ripulire alcune antiche strade romane.La prossima tappa sarà l'associazione Casa S. Anna che gestisce varie strutture che offrono prima accoglienza a persone disagiate. Intanto però vediamo se la bicicletta è sempre qui fuori!
alla prossima!
alle
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